In cima alle agende politiche ed industriali europee è emerso il tema della transizione ecologica con particolare attenzione all’ambiente e alla tutela della terra e del mare. Gli allevamenti di animali consumano risorse ambientali significative, per questo motivo, da alcune settimane, si alimenta la discussione sulla tutela degli animali da allevamento, senza la quale non potrebbe concretizzarsi una vera e propria transizione ecologica a protezione dell’ambiente. Abbiamo contattato Lodovica Mairè Rogati, attrice, sceneggiatrice, reporter, documentarista, autrice e conduttrice televisiva italo-britannica, attivista per i diritti degli animali, fondatrice e presidentessa dell’Associazione ‘IO NON CI STO’ – questo il sito internet dell’associazione. Con Lodovica abbiamo condiviso la notizia per la quale il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani è intervenuto nei giorni scorsi alla “Conferenza preparatoria della strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile”, pronunciando alcune osservazioni in merito all’eccessivo consumo di carni in Italia.
Lodovica, ovviamente tu sei d’accordo con le dichiarazioni del Ministro. Cosa pensi in merito?
“La prima cosa che mi viene da dire è “meglio tardi che mai”. Mi auguro soltanto che queste non siano le solite belle parole che sentiamo ogni volta che qualcuno occupa una nuova posizione nella politica italiana. Resto abbastanza basita che siano servite le parole del Ministro Cingolani affinché si aprisse un dibattito pubblico autorevole sull’eccessivo consumo di carne ancora oggi nel ventunesimo secolo. Che gli allevamenti intensivi producano il 20% della CO2 emessa a livello globale è una realtà conosciuta da decenni. E’ per questo che oggi appare quanto mai fondamentale inseguire una soluzione affinché l’essere umano diminuisca drasticamente lo sfruttamento degli animali da allevamento.
“Secondo i dati Fao, produrre un kg di carne bovina in Italia – ha aggiunto – comporta appena un quinto delle emissioni di Co2 rispetto allo stesso Kg di carne prodotto in Asia o Usa. E anche la quantità di acqua necessaria per produrre lo stesso kg di carne in Italia è pari a 1/20 di quella usata in altri Paesi. Senza dimenticare che la zootecnia in Italia incide inoltre per appena il 5,6% delle emissioni (report Ispra), contro livelli globali ben più alti. Tutte informazioni che il ministro Cingolani ben conosce e che saremo felici di approfondire illustrando gli ulteriori progetti di modernizzazione delle filiere agroalimentari italiane finalizzate a renderle sempre più modello globale di riferimento”.